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lunedì 25 luglio 2016

"Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita."

È come se, a un certo punto, tutte le mie sicurezze sul ritorno fossero crollate. 
Mi sono ritrovata così, a poco più di due settimane dal rientro in patria, in lacrime. Lacrime di consapevolezza, perché solo ora mi rendo conto di ciò che ho veramente vissuto. Un po' anche di tristezza, perché mi manca la mia vita da exchange, mi mancano le mie sorelline, le mie amiche olandesi, il dover prendere la bici e pedalare per un'ora per raggiungere la stazione, perdere il treno perché NS è quasi sempre puntuale,e io eternamente in ritardo.
Sento nostalgia di quei treni che mi portavano ovunque, che fosse stata una festa al nord dell'Olanda, una serata tranquilla con una delle mie migliori amiche vicino Roermond o un'università sperduta in Zelanda.
E sarà forse che oggi era pure il compleanno di mia mamma e quindi sono pure malinconica. Mi immagino cosa si saranno inventate Victoria e Valerie per sorprendere la festeggiata, assaporo uno di quei tanti vlaai mangiati durante i compleanni della mia numerosissima famiglia ospitante. 
E nel mio essere lontana, nel mio provare malinconia, trovo in me anche una gioia , che solo alcune persone possono comprendere. Perché questa tristezza in qualche modo mi rende felice, significa che sono riuscita a trovare una nuova casa, una nuova famiglia, in un luogo, per fortuna non troppo lontano, che farà sempre parte di me.
Quando sono partita non riuscivo a realizzare che la mia esperienza fosse finita. Vedevo vicino a me Michela e Katrin incredule e sconvolte da questo ritorno e per quanto cercassi di immedesimarmi nelle loro emozioni e sensazioni, per trovare una parola di conforto, non ci riuscivo. Per me non stava finendo, non poteva essere vero. Solo adesso mi rendo conto di essere tornata. Fino a questo momento alle molteplici persone che mi hanno domandato come fosse stato il rientro,sono riuscita solamente a dire: " è stato strano". Ora però sto veramente realizzando e mi sto facendo un'idea di cosa succederà da qui in poi. Spero prosegua per il meglio e cerco di ripetermi ciò che ha detto Chillo in aereo: "La fine di qualcosa è sempre l'inizio di qualcos'altro."




venerdì 8 luglio 2016

Home is where your heart is.

"Un abbraccio. Un sorriso.  Fiumi di parole da pronunciare ma solo silenzi da ascoltare."320 giorni fa circa, in viaggio tra Pisa e Roma,scrivevo queste parole prima di partire per la mia grande avventura. Quasi un anno dopo,mi ritrovo a mille km da casa, provando le stesse sensazioni. Solo che ora so cosa mi aspetta, so di tornare alla mia vecchia vita italiana. Purtroppo sono a conoscenza anche del fatto che dovrò lasciare questa vita costruita con fatica e dedizione, tra paura e coraggio. Mi pare tutto strano. Ultimo viaggio in bicicletta tra Olanda e Belgio. Ultimo giorno, ultima cena in famiglia. 
Le lacrime che mi rigano il viso nonostante mi fossi riproposta di non piangere quando mia mamma mi dice: "Gennaio sembra lontano, ma il tempo che hai passato qua è volato. Sei diventa una figlia, una sorella, sei parte di noi. E purtroppo è tempo di salutarci ma non ti dimenticheremo mai." 
Ultimo hutspot mangiato, e si, se ve lo state chiedendo, l'ingrediente base sono patate. 
Ma quanto è strano? Tra 11 ore parto per Roma. A quest'ora,domani,sarò con la mia famiglia. 
Ma perché ora con chi sono? Non sono già a casa? 
Oggi, sul pedalò, vicino al fiume Maas, non ero con mia mamma e le mie sorelline? 
Raro, credo sia la giusta parola. Un po' nell'accezione italiana, nel senso che ho avuto una possibilità unica. Un po' in collegamento alla parola olandese "raar", perché non può che essere strano dover lasciare una casa e una famiglia, un posto che mi ha insegnato veramente tanto, su me stessa, sugli altri, su cosa conta nella vita e su come voglio essere, per tornare in un'altra casa, dalla mia famiglia, nella mia Italia, che mi ha visto nascere, crescere, ottenere soddisfazioni, tra cui questa, per la quale sarò sempre grata.