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sabato 4 giugno 2016

Giorni: 288

Duecentottantotto . Duecentottantotto giorni che mi separano da quel 21 Agosto 2015, quando un po' triste ma super contenta sono partita alla volta dell'Olanda. 
Oggi sono qua e  mi sento un po' cambiata e rifletto su tutto quello che ho fatto, vissuto. Rifletto su tutte le piste ciclabili percorse, i canali costeggiati, gli stroopwafels mangiati, i mulini visitati e soprattutto sulla meravigliosa famiglia con la quale mi sono trovata a condividere questi sei mesi, intensi e bellissimi. 
Una delle tante cose che mi rende felice è il modo in cui mi percepiscono loro: "una ragazza sempre allegra, sempre con il sorriso." Così mi ha detto più volte mia sorella di dieci anni.
Questa descrizione non può che farmi pensare a come ho vissuto, invece, i primi quattro mesi, quattro mesi in cui ho imparato moltissimo su me stessa e sui tanti tipi di persone che ci sono al mondo. Quattro mesi in cui purtroppo,però, non sono stata felice. Ma adesso, a poco più di trenta giorni dal rientro in Italia non posso che sorridere per quello che mi è capitato. Certo, un po' di tristezza per non aver potuto vivere anche i primi mesi in questa, che adesso considero casa mia , la sento, ma mi racconto che tutto avviene per un motivo e che, se non fosse stato per la prima famiglia che mi ha scelto per venire a vivere in Limburg, non avrei mai potuto incontrare queste altre meravigliose persone. 
Vi voglio raccontare di questo weekend, più per mettere per iscritto ciò che è successo, così da poterlo rileggerlo negli anni futuri, che per raccontarlo al mondo. Ieri sera ho guardato assieme a mia sorella piccola il nuovo film The Jungle book, sul suo letto di legno, che ricorda una casa di montagna. Poi mi sono sentita chiamare dall'altra sorella, di tredici anni. Immaginatevi la scena: la sorella piccola ed io a vedere un film e l'altra sorella in camera sua per un pigiama party. Ecco, adesso pensate a tre ragazzine di tredici anni che vogliono provare i tuoi vestiti per fare una sfilata. Tu che sali di corsa in camera tua, non prima di aver finito di vedere il film con V., che non ti avrebbe mai lasciato andare e tornare giù con tre vestiti, gli unici che avevi portato con te e aiutarle a sistemarsi.
Un piccolo episodio che mi ha fatto sentire parte di loro, una vera sorella.
Oggi poi sono andata a prendere con V. un gelato per cercare di farle tornare il sorriso visto che era sempre arrabbiata perché l'altra sorella non la voleva intorno durante il suo pigiamaparty. 
Mentre biciclettavamo verso l'ijswinkel se ne è uscita con un :" Quando ti sposi mi devi mandare una cartolina eh!". "Se mai mi dovessi sposare riceverai l'invito!" le rispondo io. "Bello! Se ti sposi a Venzia..." dice lei. "Si, ma guarda che ci sono molte belle città in Toscana in cui sposarsi." "Ah okay, però poi devi prendere dei gattini o dei cani. Mi raccomando eh." 
Tralasciando il fatto che la cosa a cui ho pensato è stata: MA DOVE LE TROVA? , è stata una conversazione fantastica. Un po' mi ha fatto pensare a questo nostro preparasi a dividerci, un qualcosa che stiamo portando avanti senza dirci nulla, solo ogni tanto un "tanto vi vengo a trovare, e anche tu devi venire!" detto da parte mia. 

In conclusione stasera mentre stavamo salutando gli ospiti che sono venuti per un barbecue qua da noi , la mamma mi abbraccia e fa alla sua amica: "anche lei tra poco va via, sarà molto strano". 
Lacrime trattenute allora che ora mentre scrivo non possono far altro che rigare il mio viso. 
Perché certo che posso tornare a trovarli, certo che resteremo in contatto, ma non sarà mai come è adesso, non potrà esserlo.
E allora cerco di trattenere queste emozioni, di scriverle, per poterle ricordare, per poter anche solo un poco fermarle, chiuderle dentro al mio cuore.

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