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domenica 27 settembre 2015

Luna Rossa

 Sono un po' stanca adesso. Ma felice. Svegliarsi alle quattro e venti di mattina per poter vedere un evento che avviene ogni 18 anni mi rende fiera. 
Appena suonata la sveglia sono scesa, emozionata per quello che speravo di vedere. E subito, con la mia sola compagnia e a intermittenza quella del gatto nero Mickey mi sono diretta in giardino.
L'atmosfera era surreale.
Potevi sentirlo il peso delle stelle. Si vedevano chiaramente. Era impressionante vedere un cielo così bello. Un cielo che non potevi smettere di osservare.
Ho pure visto una stella cadente, la prima di tutta la mia vita. È apparsa come per dire "ti vedo, esprimi un desiderio". 
E poi c'era lei, la Luna. E mentre la guardavo mi è tornata in mente la storia di Ciaula, che uscito dalla buia miniera in cui lavorava, l'ha scoperta per la prima volta. 
Era come la sua, grande e placida, incurante di tutti gli uomini, incurante della natura. 
Questa volta però aveva indossato un abito da sera. Era di colore rosso, ma non un rosso sgargiante, né un rosso cupo. Era il colore perfetto per una notte magica.
Ho anche provato l'antico trucco del pollice. Ovunque tu sia, riuscirai sempre a coprirla con il tuo primo dito. 
Mi è venuto in mente che forse è stato in una notte come questa che per Samanta Cristoforetti e Luca Palermitano è scoppiato l'amore per l'Universo. Sono sicura però che durante il loro anno all'estero, la vista del cielo di notte era diversa, così come lo è stata per me. Era una vista che ti fa pensare a quanto siamo piccoli e magari ti fa sentire anche un po' inutile, ma allo stesso tempo vivo e parte di un qualcosa più grande di te.
E poi ho pensato anche a Van Gogh, che dovrà essersi trovato di fronte a un simile spettacolo, in una notte come questa, magari nemmeno troppo lontano da dove ora abito, il giorno in cui, grazie al cielo, alla luna, al sole e alle stelle, ha deciso di dipingere uno dei miei quadri preferiti.


lunedì 21 settembre 2015

Een maand in Nederland. Un mese nei Paesi Bassi.

Una volta una persona mi disse:
" l'importante è essere vicini con la mente e con il cuore."
Queste parole sono state pronunciate durante il mio ultimo giorno in Italia da mio babbo.
È stato esattamente un mese fa. Solo un mese? A me sembra sia passata una vita, ma al tempo stesso un solo giorno. La mia vita qua procede, e tutte le novità stanno cedendo il passo alla routine. Ma è una routine diversa, nuova e per questo affascinante.
La bici, la lingua, il paesaggio di campagna pianeggiante, su cui spunta ogni tanto un mulino. Capre e pecore come animali domestici. Cervi che se ne stanno tranquilli nella foresta vicino casa. 
La cena alle 6:30, qualche volta anche alle 5:30, quando magari i miei amici italiani stanno facendo merenda. 
Tutto sta diventando parte di me e della mia nuova vita olandese
Perfino il pranzo con una fetta di vlai (torta alla crema) o con pane, burro e hageslag non mi sorprende più. 
È stato un mese fatto di scoperte,  di una cultura che credevo simile alla mia, ma che in realtà non lo è affatto. Le persone hanno una mente più aperta, ma sono anche molto più dirette. Credo che questo sia un pregio, ma è una cosa a cui ci si deve abituare, perché essere liberi di dire quello che si pensa, in ogni momento della giornata e quasi ovunque Tu sia non è molto comune in Italia. 
C'è più libertà qua, ma questo richiede anche più autonomia. La scuola, sebbene molto impegnativa ( e non mi riferisco alla lingua) è comunque organizzata in modo da non essere troppo pesante. E non posso che essere felice, perché i miei compagni sono molto entusiasti di avere una nuova persona in classe. E anche se devo ancora imparare a conoscerli e a farmi conoscere meglio, ho già incontrato persone che so mi mancheranno molto quando questa esperienza sarà finita. 
L'Italia mi manca,devo essere sincera, ma solo nelle piccole cose. Alcune, invece, non le rimpiango affatto. Sto imparando ad apprezzare tutto ciò che prima  davo per scontato. Mi manca la mia routine, la mia casa, l'essere svegliata la mattina dai miei pestiferi cani. Mi manca la mia mamma, perché si, come fa a non mancarmi? Mi mancano gli abbracci di mio babbo, e anche litigarci, ogni tanto. 
Ma tutte queste mancanze mi fanno pensare a quanto sia fortunata. Fortunata di esser potuta partire, fortunata di essere qua. Perché se fossi rimasta in Italia, tutte queste emozioni non avrei potuto provarle. 
Quasi tutte le persone della mia età che incontro qua mi dicono che loro non riuscirebbero a vivere un intero anno lontano da famiglia e amici, in un paese che non è il tuo e che parla una lingua completamente diversa. Mi sento dire: "sei molto coraggiosa".
E in fondo si,lo sono stata, ma penso che sia stata,più che una scelta di coraggio, una scelta di voler cambiare, crescere, maturare e di voler mettersi finalmente in gioco

P.S.: Oggi sono stata con la scuola ad Amsterdam e penso che non ci potesse essere nessun modo migliore di "festeggiare" il mio primo mese qua. Spero che i prossimi 10 mesi mi riservino avventure ancora più entusiasmanti.